Il Cibo e il Sistema Digerente come simboli della tua relazione con il mondo
Avere un sano ed equilibrato rapporto con il cibo corrisponde ad avere un sano ed equilibrato rapporto con se stessi, con gli altri e con l’ambiente che ci circonda.
Il cibo entra attraverso la nostra bocca, viene elaborato dai denti, dalla saliva, dal nostro stomaco e durante tutto il lungo viaggio attraverso l’intestino. Alla fine dell’intestino viene anche recuperato, assorbito, assimilato tutto ciò che è utile per noi e lasciato andare tutto ciò che è scarto per noi, che non ci occorre o che addirittura potrebbe danneggiarci.
Il cibo contribuisce alla costruzione delle nostre cellule esattamente come la relazione con l’altro e l’ambienteI. Come ci lasciamo attraversare dal cibo, dalle relazioni e dalle situazioni della nostra vita determina la nostra esperienza, la nostra visione del mondo e spesso anche i nostri comportamenti e viceversa. La salute del nostro sistema digerente e il suo funzionamento sono specchio del nostro modo di interagire con la vita.
Osservare la nostra relazione con il cibo ci permette di conoscere meglio parti di noi che a volte non riusciamo a vedere chiaramente.
Ci sono alcuni aspetti sui quali può essere utile portare attenzione quando ci accorgiamo che il nostro rapporto con il cibo è in disequilibrio o quando la salute del nostro sistema digerente non è ottimale. E ci sono molti modi, apparentemente lontani dal cibo stesso, attraverso i quali possiamo trovare nuovi equilibri e riportare salute al nostro corpo.
Ti va di fare questa esplorazione insieme a me?
…
Partiamo!
1) La scelta
Il cibo lo scegliamo, o meglio potremmo sceglierlo, all’interno di tutto ciò che è disponibile nel nostro ambiente.
Tu lo scegli? Sai quale ti piace e quale non ti piace? Sai quale ti fa sentire bene e quale no? Oppure segui le direttive di qualcuno che ti ha detto di cosa hai bisogno? O ancora fai ciò che a casa tua si è sempre fatto senza mettere in discussione nulla?
Ecco! Così come puoi scegliere di quale cibo vuoi nutrirti puoi scegliere con quali persone vuoi relazionarti, quali esperienze vuoi fare e quali no all’interno di molte possibilità.
Tu osservi tutte le possibilità che hai a disposizione e scegli secondo il tuo sentire?
Ti assicuro che se non lo stai facendo può valer la pena di iniziare a farlo.
2) L’ azione
Dopo aver scelto il cibo lo mangiamo. Compiamo l’azione. Possiamo buttarlo giù senza sentirne il sapore, oppure possiamo masticarlo lentamente fino ad averlo completamente sciolto in bocca, assaporandone tutte le sfumature di gusto, tutti i profumi, tutte le consistenze, che si trasformano continuamente nel corso del processo di elaborazione.
Allo stesso modo si trasformano le esperienze mentre le facciamo, se le viviamo con presenza e intensità, interamente coinvolti nel momento in cui ci attraversano. Tu mangi così? Ti godi ogni profumo, ogni sapore, ogni consistenza, ogni emozione, ogni sfumatura di piacere o dispiacere che il cibo può offrirti? Sì, anche dispiacere. Sarai poi tu istintivamente in grado di scegliere se quell’esperienza con il cibo o di qualsiasi altro genere meriti di essere ripetuta e sostenuta oppure lasciata andare e sostituita da altro. Questo accadrà soltanto se l’avrai vissuta in piena e assoluta presenza.
3) L’ elaborazione
Il cibo arriva allo stomaco che continua a elaborarlo e trasformarlo. Lo spezza, lo scioglie, lo divide in piccole parti per comprenderne meglio il valore. Riconosce gli elementi di base, la struttura, l’informazione contenuta in quel cibo e così nell’esperienza. Digerisce ciò che può essere digerito, vomita ciò che può essere tossico. Riconosce e sceglie ancora cosa va bene e cosa no, per se stesso, per il corpo intero, per la propria vita. E se il cibo può andare avanti allora subirà una serie di ulteriori trasformazioni fino a diventare assimilabile. E’ un processo lungo, che dovrà essere chiarito meglio, per il momento ti basti sapere che in questo viaggio accadono molte cose e che tanti organi del corpo sono coinvolti, così come in tutte le nostre esperienze siamo coinvolti interi.
Tu riconosci cosa è digeribile per te a livello di cibo e di esperienze? Ti permetti di sfruttare quello che hai sentito per scegliere bene le volte successive?
4) L’ integrazione
Arriva quindi il momento di assimilare. Integrare dentro di sé qualcosa, farla entrare per trasformarla in se stessi. Prendere qualcosa da fuori e renderlo simile a noi, renderlo noi. Assimilare vuol dire anche comprendere il senso di qualcosa che accade e trarne tutti gli insegnamenti che porta, vuol dire darci il permesso di crescere ed evolvere grazie a ciò che entra in relazione con noi, che sia cibo o qualsiasi altro tipo di esperienza o scambio con il mondo. Assimilare vuol dire prendere quel materiale, qualunque esso sia e costruire risorsa utile per il nostro corpo, cellule, organi.
Vuol dire permetterci di crearci.
In ogni esperienza possiamo sempre trovare qualcosa di utile e buono da imparare per il bena della nostra vita, della nostra crescita ed evoluzione. Questo è assimilare.
Tu riesci a trarre dal cibo e dalle tue esperienze valore e risorse? Riesci a dare importanza all’insegnamento e alle informazioni che ricevi? O ti trovi sempre a ripetere esperienze identiche che non ti sembrano utili per te?
5) Lo scarto
E infine arriviamo allo scarto. In ogni situazione, così come in ogni cibo che mangiamo, può esserci qualcosa che scartiamo, che non ci serve, che lasciamo andare, che possiamo buttare. L’intestino, preziosissimo compagno di viaggio, ci permette di trasformarci e scegliere se far entrare o fare uscire ciò che ci ha attraversati. Sì, perchè l’intestino è dentro di noi, ma in realtà tutto ciò che attraversa l’intestino è ancora fuori. Prima di essere assimilato non fa ancora parte di noi. In ogni caso tutto ciò con cui entriamo in contatto viene trasformato da noi e possiamo poi rimetterlo nel mondo in qualche modo. Se si tratta di cibo sotto forma di feci, se si tratta di esperienze avremo comunque lasciato il nostro segno interagendo con l’altro, con l’ambiente e con le situazioni. Tu ti permetti di scegliere cosa tenere e cosa lasciare andare? Fai fatica a farlo? Butti via tutto senza trattenere nulla per te? O tieni tutto senza liberare nulla nel mondo? Il nostro intestino parla molto chiaramente del nostro rapporto con l’esterno. Ci racconta quanto ci permettiamo di trasformare noi stessi nell’incontro con l’altro e quanto ci permettiamo di trasformare l’esterno con la nostra presenza.
Noi siamo parte del mondo in cui viviamo e ogni relazione ed esperienza può lasciare segni e creare maggiore bellezza, benessere, felicità, conoscenza, comprensione, valore, evoluzione. O viceversa possiamo appesantirci, appesantire, svalutare, criticare, separare.
La scelta è sempre nostra come è nostra la responsabilità di quella scelta.
Ora ti invito a guardare bene tutto questo processo a partire dal cibo e a rifletterlo negli altri campi della tua vita.
Tu hai potere di impattare positivamente sulla realtà. Quali sono i tuoi valori? Cosa senti profondamente? Cosa puoi lasciare di buono attraversando il mondo e lasciandoti attraversare da esso?
Scrivi nei commenti quale passaggio funziona particolarmente bene per te nel tuo corpo e sul piano simbolico ma soprattutto permettiti di chiarirlo a te e prendertene cura.
Il tuo benessere è il benessere di tutto ciò che ti circonda e solo tu puoi occupartene al meglio.
Se ognuno farà la sua parte potremo andare lontano…. insieme.
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