Manifesto del Buon Gusto

Da sempre, il mio condimento preferito è il pesto alla genovese fatto in casa da papà, che mangiavamo sulle trofie di castagne di nonna Emma. Se cercate la ricetta ufficiale in giro per il web, sui ricettari di cucina o vi volete affidare ai consigli di qualche lontano parente ligure, probabilmente vi imbatterete in una faida all’ultimo colpo di mortaio su quale sia la vera ricetta originale del pesto alla genovese.

Questa la ricetta di papà:

  1. Basilico qb
  2. Aglio qb
  3. Pinoli qb
  4. Olio extravergine di oliva qb
  5. Parmigiano reggiano qb

Non importa se la ricetta non è precisa o la più antica, io ancora oggi mi affido a lui quando ho voglia di ritrovare il piacere di sedermi a tavola. La combinazione diversa di quantità variabili mi regalava ogni volta un’esperienza unica e irripetibile. 

E tu? Ti ricordi qual era il tuo piatto preferito quando eri bambino? Chi lo cucinava? Quanto era buono! E come è diverso se lo mangi in un’altra cucina, comprato al supermercato, o seduto al tavolo di un ristorante di grido. Spesso sono i dettagli che fanno la differenza, e lo stesso tipo di alimentazione può avere effetti completamente diversi sul corpo se ci troviamo in contesti differenti.

Il mio approccio all’alimentazione si basa proprio su questo principio: sono convinta che siamo in grado di riconoscere i nostri bisogni in autonomia come qualsiasi altro animale; di distinguere ciò che ci fa bene e ciò che ci fa male e che non ci sono particolari regole che valga la pena seguire se queste non ci fanno sentire a nostro agio nella nostra vita.

Il cibo è per prima cosa amore, condivisione, piacere. Il cibo è esplorazione, scoperta di colori, odori, e consistenze. Non abbiamo tutti bisogno degli stessi cibi, così come non ci piace la stessa musica o le stesse attività. La corretta alimentazione in senso assoluto non può esistere; esattamente come ognuno di noi è diverso da chiunque altro, così anche l’alimentazione deve ricalcare le proprie inclinazioni.

Il segreto di una buona dieta sta proprio in questo: la sperimentazione fiduciosa di nuove avventure culinarie e la riscoperta di vecchie abitudini e tradizioni a cui dare nuovi significati. Giocando con diverse combinazioni di sapori si può arrivare a stimolare il corpo in maniera che esso stesso si gestisca nella maniera più efficiente e ci guidi verso la piena soddisfazione e il giusto cambiamento.

Io sono qui per aiutarti a fare il giusto primo passo. Se lo vuoi posso aiutarti a ritrovare il piacere di quel piatto, la combinazione migliore di gusti ed esperienze; il tuo ruolo come alchimista culinario della tua felicità.

P.S: Se siete interessati alla vera ricetta del pesto alla genovese di papà Carlo, dovrete venire a scoprirla di persona.

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