Un corpo nuovo e il privilegio di sentire i sapori

Sedersi a tavola e gustare pienamente un piatto è un privilegio di cui tutti dovremmo essere grati. 

Anna

Oggi ti presento Anna, una giovane donna che ha visto cambiare il proprio corpo nel tempo del lockdown. Chiusa in casa, lontana dagli amici e dalle compagnie di sempre é cresciuta.
Tornando fuori le forme del mondo erano cambiate. E lei non si riconosceva più per quella che era sempre stata o forse aveva creduto di essere. Anna è una giovane donna sensibile e gentile con sensi tanto acuti e grande capacità analitica.
Quando l’ho incontrata aveva più fiducia nelle azioni degli altri che nelle sue, si confrontava e vedeva in sé stessa più i limiti che le risorse.

 Oggi osserva il mondo e sceglie cosa trasformare in sé e cosa lasciare ad altri. Ha fiducia nei suoi sensi, nel suo istinto e nella sua capacità di imparare dall’esperienza. Eccola qui di seguito che si racconta.

La sua esperienza:

Mi chiamo Anna ho vent’anni e vi racconterò qualcosa di me.

In passato il cibo non è mai stato un elemento così importante per me. Mangiavo per mantenermi attiva, per avere le energie giuste per essere una buona pallavolista e una buona studentessa.
Oggi qualcosa è cambiato. Ho iniziato a cucinare e a sperimentare perché volevo sentirmi più indipendente. La mia famiglia non sempre preparava qualcosa che mi andasse, perciò mi divertivo a creare piatti nuovi, gusti particolari di cucine un po’ diverse. Con il passare del tempo tanti aspetti di me sono cambiati, compreso il fisico: non sono più la ragazzina di prima senza forme, ma ho un corpo più maturo e da scoprire.
Un giorno mi sono imbattuta in alcune foto della vecchia me e ne sono rimasta impressionata. In quelle immagini mi sono vista molto magra, fragile e dall’aspetto quasi malato. Ciò che mi ha stranito di più è che ai tempi non mi percepivo per nulla così. Mi sentivo “normale”. Nonostante la preoccupazione di alcuni amici per la mia magrezza, io non ascoltavo, perché per me non c’era nulla da sentire. Niente di strano.

 Strano per me era il fisico di quella ragazza un po’ sovrappeso che se dovessi vedere adesso riterrei magra. La prospettiva è diversa. Mi rendo conto di quanto il proprio corpo possa cambiare, di come la nostra persona possa mutare portandosi via aspetti e raccogliendone altri, mettendoci sempre di fronte a un sentiero un po’ sinuoso: il sentiero dell’accettazione.

Anna ha sperimentato la presenza in lei del Covid-19 e ci racconta cosa ha potuto imparare.

Per due settimane sono stata positiva al Covid. Il gusto e l’olfatto piano piano sono svaniti, lasciando un po’ di amarezza. Non sentire il sapore di ciò di cui ti nutri tutti giorni, ma percepirne soltanto la consistenza, è sicuramente un’ esperienza insolita.
Convivere con questa situazione è stato sfidante: ha messo a dura prova il piacere del mangiare e la passione per la cucina che in questi ultimi anni sono riuscita a coltivare.

Avete presente il film Ratatouille? Ecco, per me assaporare pienamente il cibo significa sentire quello che il topolino prova gustando la combinazione di formaggio e fragole, una vera e propria armonia di sapori.

 Trovo molto interessante come qualcosa di così importante come il nutrimento possa diventare da un momento all’altro un’esperienza insapore e influenzare così tanto il modo in cui affrontiamo la quotidianità. Nei giorni in cui il gusto era completamente assente mi sentivo persa, come se una parte importante di me fosse stata offuscata. Non riuscivo a trovare il modo di percepire la pienezza o la fame.

Il giorno in cui mi sono accorta che i sensi si stavano riprendendo per pranzo avevo preparato un risotto pere, noci e gorgonzola. Dopo averlo mangiato, mi pareva quasi il risotto più buono che avessi mai fatto, eppure la ricetta la avevo provata altre volte.
La gioia di riscoprire il gusto è qualcosa che tutti dovrebbero sperimentare. Aiuta a risvegliare una parte di noi che, a causa della della vita frenetica, abbiamo deciso di mettere da parte. 

Sedersi a tavola e gustare pienamente un piatto è un privilegio di cui tutti dovremmo essere grati.

P.S. Consiglio di vedere il film “Ratatouille” citato prima. Nel piccolo mi ha aiutato ad affrontare questa strana fase.

Per chi ha piacere di passare un po’ di tempo in cucina lascio la ricetta per la preparazione del risotto. 

 

Ricetta: Risotto pere gorgonzola e noci

In una pentola preparate del brodo con carote, sedano, cipolle e sale. Portate poi a bollore. In una padella fate rosolare l’olio insieme allo scalogno, tagliato a fettine sottili. Aggiungete il riso, circa 320 g per 4 persone, e fatelo tostare per pochi minuti. Aggiungete un bicchiere di vino bianco, lasciandolo poi sfumare. Gradualmente aggiungete al riso un po’ di brodo, senza mai farlo asciugare troppo. Tagliate le pere a cubetti piccoli e il gorgonzola che, se meno forte e quindi più morbido, darà cremosità al risotto. Unite gli ultimi ingredienti circa 15 min dall’inizio della cottura del riso. Spegnete il fuoco, aggiungete una spolverata abbondante di Grana Padano e circa 30 g di burro. Sbriciolate un po’ di noci sulla superficie e il vostro risotto è pronto per essere gustato!

Consigli di lettura: mindful eating

Lei è Anna Fanchini. 

 Ti consiglia la lettura di questo libro. L’hai letto? 

 

fanchinianna2000@gmail.com

 

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