La guerra e’ inevitabile? Io credo di no.

Combattuta tra l’essere e il fare cercando di fare il possibile per meritare di esistere. 

Come possiamo aspirare alla pace quando la guerra esiste dentro di noi? Come possiamo immaginare possibile mettere d’accordo anime differenti, con esperienze totalmente diverse, con ideali e sogni lontani quando facciamo fatica a tenere insieme e d’accordo le nostre parti?  Respiriamo profondamente e sentiamo come questo respiro scivola lentamente in ogni cellula e va a toccare tutte queste sfumature di noi, tutte queste possibilità. Sembra banale infatti pensare di occuparsi di se stessi, potremmo essere criticati, definiti autocentrati, ma in realtà non possiamo aiutare nessuno se prima non riusciamo a mettere pace dentro di noi. Di quale Pace abbiamo bisogno? Quali parti di noi non riusciamo ad accogliere e ad accettare? Quali parti non lasciamo esprimersi? Quali parti non lasciamo parlare? Quali parti non ascoltiamo sebbene urlino con tutta la loro voce tanto da trasformare il corpo, tanto da farci dimenticare chi siamo?

Respira profondamente e lentamente,  uno, due, tre.  Ok. 

 Ora siamo qui appoggiati sulla terra, perlomeno con qualche parte di noi, nello specifico io ho i gomiti, le ginocchia e il collo di entrambi i piedi che picchiano contro il pavimento di legno, la mia pancia è appoggiata sulle mie cosce e spinge su di esse. Tu? 

Respiro, il mio dente del giudizio assente, di cui resta solo il segno attraverso qualche punto di sutura sulla mia gengiva, che ancora mi devono togliere, mi ricorda che ho scelto di lasciare andare il giudizio storto e cariato che mi impediva di essere libera, di essere me senza continuamente giudicarmi o giudicare.

 Respiro e so che ogni frammento è necessario e che anche il mio lavoro invisibile dentro di me ha un suo senso, che forse nessuno mai vedrà o comprenderà, ma ha un suo senso ed è solo compito mio riconoscerlo e viverlo al 100% sempre, senza mettermi in discussione continuamente e senza smettere, fermarmi, tirarmi indietro dal mio essere viva esattamente a modo mio. 

 Respira ancora e senti il tuo corpo.  Sento che tutto il lato destro preme più forte sulla terra, mentre il lato sinistro è più leggero e si appoggia al destro. Se non lo facesse? Se mi permettessi di appoggiarmi tanto sul lato destro quanto su quello sinistro e li valorizzassi entrambi per le loro diverse qualità? Cosa accadrebbe? Cos’altro potrebbe accadere? Come potrebbe cambiare la realtà se tutti quanti lo facessimo? E’ una domanda ma non è superficiale, richiede un’esperienza, una prova. 

Dal laboratorio mi sono spostata alla vita ma non ho smesso di fare esperimenti. Gli esperimenti sono le mie giornate, le mie scelte quotidiane, le mie azioni semplici che portano a qualcosa o a qualcos’altro.

 Oggi scelgo di appoggiarmi su entrambi i gomiti e su entrambe le ginocchia, mettere lo stesso peso sulla mia parte razionale, che sa rispettare gli impegni, il tempo lineare e sulla mia parte sensibile, che segue come il vento l’ispirazione e si sposta senza sapere dove sta andando in piena fiducia abbandonandosi seguendo il ritmo circolare della vita. Oggi respiro e in questo respiro mi permetto di essere tutto questo, mi permetto di essere a volte rispettosa e a volte no, ben consapevole di ciò che comporta, ben consapevole che qualche volta questo sarà accolto e molte altre volte no e nonostante ciò mi permetto di essere.  C’è spazio dentro di me per entrambe queste parti. 

Respiro un’ultima volta, prima di smettere di scrivere, e chiudo gli occhi un istante per sentire ancora più intensamente, senza distrazioni, come sta il mio corpo ora. Come sta ora che il peso è distribuito omogeneamente sui due lati di me. 

Sta meglio: il lato sinistro si sente utile, il lato destro non è più così sovraccarico, mi sto aiutando e così torniamo alla pace.

 Se ogni parte di me può occupare il suo spazio e prendersi solo il suo pezzetto di carico, di responsabilità ed impegno e l’altra parte fa altrettanto e reciprocamente si rispettano, senza pensare che una sia migliore dell’altra, senza pensare che l’una senza l’altra non varrebbe nulla, ma riconoscendo che una con l’altra valgono di più, allora stiamo contribuendo alla pace anche chiusi nelle nostre case e appoggiati al nostro pavimento. Perché è da questa posizione che appena usciremo incontreremo l’altro. 

 

Respira, respiro, respira.

  
 
 📸Melissa Cecchini con midjourney
 

 

libera di essere me. 📸melissa cecchini
 Ciao! Sono Sara, mi occupo di nutrizione intuitiva, emotiva e simbolica. Invito ad ascoltare le emozioni dietro alle azioni e i messaggi dietro alla forma della nostra vita, al come si manifesta, alle cose che possiamo vedere intorno a noi. Sono sempre stata una ricercatrice e da quando è nato il mio bambino il laboratorio sono diventata io e la mia vita. Oggi non coltivo più cellule in vitro, coltivo in vivo le mie e quelle di chi mi sta accanto con ciò che sento buono. Il fine dei miei esperimenti è il benessere, la felicità e la possibilità di contribuire all’evoluzione ognuno a modo prprio.  

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