Ribellezza esprime l’esigenza di far rinascere, ritrovare, rivedere la bellezza nelle cose di ogni giorno, in ogni luogo e in ogni esperienza che facciamo.
Ci siamo trovate nelle nostre case ad osservare, rivalutare e valorizzare atti che, nella frenesia della vita, erano stati lasciati indietro e sminuiti e abbiamo imparato a recuperarne l’importanza, la sacralità, il potere.
Ci siamo concesse di vivere nel presente e nella presenza.
In ascolto, ribelli quanto basta per andare oltre le regole che non sentiamo risuonare con noi, belle, nella nostra diversità, nei nostri diversi intenti, nei nostri profondi valori, diversi, ma ecologicamente necessari, tutti.
Abbiamo riconosciuto di cosa vogliamo prenderci cura e come possiamo farlo.
Dalla profondità dell’ascolto delle sensazioni del nostro corpo, alla bellezza di avere il tempo di guardare gli angoli polverosi delle nostre case. Ci siamo trovate a fare qualcosa che altri facevano per noi e a riscoprire la bellezza di riprenderci cura di quelle cose mai fatte.
Siamo nate in un mondo in cui il valore era dato allo studio, alla conoscenza, alla tecnologia e al progresso e ci siamo accorte di quanto poco spazio fosse stato lasciato per la cura delle piccole cose, dal pulire le verdure e cucinarle con pazienza, al riordinare le nostre case e dentro a quel riordino rincontrare ciò che avevamo da riordinare dentro noi.
Ecco, stare dentro è stato prezioso per imparare ad amare le piccole cose a goderle con presenza, a gioirne, tanto da essere bastanti alla vita, da renderla piena soddisfacente, intensa, ricca, senza bisogno di distrazioni.
Abbiamo vissuto presenti a noi come mai prima e in questa presenza abbiamo trovato senso e abbiamo desiderato portarla a chi sente la pesantezza della cura del quotidiano, che attribuisce ad esso poco valore e perde così tante delle possibilità di sentirsi parte preziosa della realtà per il semplice essere viva e partecipare alla vita.
La finalità ultima è essere, essere amore, essere bellezza nella collettività: creare insieme, coltivarsi nella quotidianità e nell’esplorazione di sé per poi portarsi nel mondo totalmente, col coraggio di darsi e col coraggio di ricevere.
Essere insieme, senza che nessuno prevarichi, nella semplicità di poter fare ciascuno il proprio pezzo.